Power Training !
Per chi si è occupato di Teoria
dell’Allenamento lo scopo del proprio lavoro è stato quello di formulare
delle tesi oggettive sulle quali basare un “piano di allenamento
efficace” .
Si è scoperto quindi che il miglioramento della
prestazione è dovuto ad un adattamento dell’organismo allo “stress
fisico” originato dai carichi di allenamento (la teoria della
supercompensazione).
Il problema maggiore che si pone davanti
alla preparazione di un piano di allenamento efficacei: come e quanto
stressare l’organismo per raggiungere la massima prestazione possibile ?
Per quanto riguarda il ciclismo, l’approccio al problema si è molto evoluto nel corso degli anni.
Vediamo i vari metodi utilizzati:
Tempo e distanza - Velocità, pedalate al minuto e rapporti
- difficoltà a tenere sotto controllo l’intensità.
- il vento rende difficile la ripetizione del gesto anche sul solito percorso.
- la variabilità di pendenze di percorsi diversi rende impossibile una marcia a intensità simili e ben stabilite.
- difficoltà di personalizzazione: 35 km/h possono rappresentare una intensità alta per alcuni e bassa per altri.
Sensazioni aerobiche-muscolari
- serve una profonda conoscenza dei propri mezzi e molta esperienza.
- gli elementi su cui basarsi sono la sensazione muscolare e la
respirazione, molto variabili e dipendenti da fattori di origine
diversa. (riposo, stress, umore, fattori ambientali ....)
- è
noto che l’atleta in allenamento tende a conservarsi e quindi il rischio
è quello di sottostimare le intensità (il livello di adrenalina di una
gara non viene quasi mai raggiunto in fase di preparazione, ponendo un
limite oggettivo lo stimolo è maggiore e i ritmi gara possono essere
avvicinati)
Frequenza Cardiaca
- i pareri sull’oggettività
di questo metodo sono molto contrastanti: la validità ad esempio del
test di Conconi è stata messa più volte in discussione. Per molti non ci
sarebbe la corrispondenza precisa tra punto di deflessione e
concentrazione di lattato ematico, inoltre la frequenza di soglia
anaerobica appare un dato molto suscettibile a variazioni per
rappresentare un parametro certo che faccia da base per un piano di
allenamento.
- la risposta cardiaca rispetto al lavoro fisico è
ritardata (circa 30 secondi). Ad esempio su di una salita non c’è
linearità tra la forza applicata sui pedali e la risposta della
frequenza cardiaca: all’inizio il cuore impiega anche qualche minuto a
stabilizzarsi su un ritmo lineare, mentre si assiste ad un prolungamento
dello sforzo cardiaco alla fine, come succede dopo lo scollinamento o
dopo uno sprint. Dosare la giusta intensità su terreni nervosi ricchi di
saliscendi diventa quindi molto difficoltoso, così come risulta
impossibile utilizzare il cardio per lavori su carichi di brevissima
durata (<1 min).
- il cuore è soggetto ad un fenomeno
fisiologico (dovuto probabilmente alla perdita di fluidi nel plasma),
nel quale si assiste con il trascorrere di una gara ad un progressivo
aumento della frequenza cardiaca a parità di intensità di lavoro.
Infatti se proviamo a mantenere un'intensità di lavoro costante per 1
ora, noteremo che a parità di forza applicata dopo i 60 minuti avremo
una frequenza cardiaca più alta.
Fin qui la premessa, lunga ma
doverosa, per capire l’importanza di questa nuova tecnica di
preparazione che a differenza delle altre è sia soggettiva che
oggettiva.
Il metodo del power training (allenamento con la
potenza) applicato al ciclismo è nato con la creazione di uno strumento
per la misurazione istantanea della potenza applicata: l’SRM, un
“ergometro portatile” costituito da una pedivella collegata ad un disco
inserito nella guarnitura, in grado di rilevare la forza applicata sui
pedali, tramite un sistema di resistenze elettriche.
L’inventore,
l’ingegnere tedesco Ulrich Schoberer, ha così aperto il campo alla
sperimentazione di un tipo di allenamento basato su dati oggettivamente
certi e adattabili ad ogni tipologia di atleta.
Grazie al
rilevamento in tempo reale della potenza applicata sui pedali, il
ciclista è in grado di rilevare un dato oggettivo (i Watt)
sull’intensità della prestazione ed avere una valutazione diretta della
performance.
Questo accade sia in allenamento che in gara e
permette sia un dosaggio molto accurato nelle sedute di preparazione,
sia, grazie alla memorizzazione dei dati, un monitoraggio costante
durante le competizioni con conseguente verifica dell’efficacia degli
allenamenti.
Addirittura, con la lettura istantanea dei Watt, è
possibile eseguire esercizi massimali e submassimali con estrema
precisione e verificarne i miglioramenti sui picchi di potenza,
applicazione impossibile con il cardiofrequenzimetro.
I lati
negativi del Power Training sono l'elevato investimento che richiede
acquistare un misuratore di potenza e la costante applicazione
necessaria a portare un piano di allenamento basato sui Watt, dal
momento che richiede spesso accurate analisi al computer e una certa
predisposizione per i calcoli. Oltre al fatto di doversi spesso trovare a
svolgere allenamenti specifici in solitudine e concentrati sul
misuratore di potenza.
Per poter redigere un valido piano di
allenamento con i giusti carichi d'intensità è necessario effettuare
alcuni test per verificare le prestazioni attuali e stabilire le soglie
potenza che siamo in grado di sostenere.
Per individuare le varie
soglie potenza esistono vari metodi. Da quello di raccogliere i dati di
una gara a quello di eseguire un test ad hoc in allenamento.
Entrambi i metodi hanno i loro pregi e difetti. In un prossimo articolo
dedicheremo un approfondimento sul test per individuare le soglie di
potenza.
Per soglia potenza (SP) è da intendersi la potenza media che possiamo sostenere in un intervallo di tempo ben stabilito.
Ad esempio, se al meglio delle condizioni riesco a mantenere 300 Watt
per 30 minuti, la mia soglia potenza a 30 minuti sarà di 300 Watt =>
(SP30 = 300 Watt) .
Naturalmente la potenza diminuirà con
l’aumentare della durata dell’intervallo di tempo; è lampante come si
possa mantenere i 50 all’ora per 10 secondi ma non lo si possa fare per 3
ore, così come è possibile mantenere per 10 secondi 600 Watt ma è
impensabile farlo per 3 ore.
Per un piano di allenamento ben
calibrato, abbiamo scelto di individuare 9 livelli carico di lavoro e di
conseguenza 9 soglie potenza.
Partendo dalla SP0,2 che
corrisponde a 12 secondi e un lavoro prettamente anaerobico alla SP1
relativa ad 1 minuto con lavoro misto anaerobico-aerobico e proseguendo
con le SP5, SP15, SP30, SP60 SP90, SP180 e SP360 relative
rispettivamente a 5, 15, 30, 60, 90, 180 e 360 minuti tutte con
caratteristiche prevalentemente aerobiche.
Testando i propri
limiti di potenza per vari intervalli di tempo si potrà ricavare la
nostra personale tabella di soglie potenza che potremo riportare su un
grafico.
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